DCA e Psicoeducazione per le famiglie
- Admin
- 21 set 2017
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 9 nov 2017
É ormai evidenza scientifica nota che un programma psicoeducazionale dovrebbe far parte del trattamento di routine delle persone con diagnosi di Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA) e in primis dei loro familiari.

“ I due elementi principali ugualmente importanti per tutti gli incontri di questo tipo sono: fornire le informazioni, il conforto e il sostegno emotivo per i partecipanti del gruppo.”
Nei gruppi psicoeducazionali in genere sono rintracciabili queste possibilità:
Fornire informazioni e dare linee guida sulla gestione delle questioni familiari riduce la colpa, l'ansia e la confusione nei partecipanti riverberando sulla tensione e lo stress. Il "potere della conoscenza" decresce la possibilità di punti di vista negativi o eccessivamente semplificati.
Quando i membri del gruppo si confrontano su problematiche similari si può provare grande sollievo emotivo. La psicoeducazione può ridurre il senso di vergogna e di colpa dei pazienti e dei familiari e verificare attraverso il gruppo che altri pazienti migliorano è anche fonte di nuove speranze e di un atteggiamento più positivo verso la malattia.
I membri del gruppo sono spesso molto sinceri nell'evidenziare comportamenti caratterizzati da eccessiva protezione, da distacco o da rifiuto delle altre famiglie, che meglio accolgono le indicazioni di chi vive la medesima sofferenza.
A volte vengono acquisite e applicate soluzioni concrete in maniera fluida e semiautomatica.
Gestire l'apprendimento attraverso l'esempio e indicazioni specifiche e dirette può migliorare indirettamente la comunicazione tra pazienti e familiari.
Prima di iniziare un gruppo psicoeducazionale per familiari tutta l'équipe deve aver stabilito i criteri logistici ed esplicitare ai partecipanti (durante il primo incontro e riprenderli quando necessario) gli obiettivi preposti:
fornire informazioni e caratteristiche generiche dei DCA (diagnosi, sintomi e possibili trattamenti)
aumentare la consapevolezza sulla malattia
fornire indicazioni pratiche sulla gestione delle situazioni quotidiane
dare sostegno emotivo ai familiari
offrire uno spazio dedicato all'ascolto
ridefinire e riqualificare il ruolo genitoriale sottolinendo l'importanza di stabilire/ristabilire delle regole familiari.
Impostando il lavoro con una focalizzazione, dopo aver posto l'accento su una tematica specifica, sui racconti inerenti le esperienze di ciascuno, è possibile far emergere convinzioni e punti di vista, spesso alterati, sulla malattia e sulle relazioni familiari e lavorare in vista di una possibile ridefinizione. Spesso i familiari, messi di fronte a dinamiche da loro stessi utilizzate in maniera automatica, hanno reazioni di sorpresa ed è quindi interessante notare come offrire la funzione di specchio possa portare ad una maggiore auto-consapevolezza che favorisca poi l'innestarsi del cambiamento. Strategie efficaci di cambiamento.
Dott.ssa Colozzi
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