Depressione Perinatale Paterna
- Admin
- 4 dic 2017
- Tempo di lettura: 2 min
La nascita di un figlio e i primi mesi successivi ad essa rappresentano un periodo particolarmente vulnerabile per entrambi i genitori che si apprestano ad affrontare questa nuova fase di vita.

Le numerose modificazioni fisiche, psicologiche e relazionali comportano una necessaria riorganizzazione non solo del mondo esterno, ma anche del mondo psichico interno, delle persone coinvolte. Sebbene se ne parli ancora poco, già dalla fine degli anni ’90, alcuni studi scientifici hanno dimostrato che anche nei padri è possibile osservare lo sviluppo di una certa forma di depressione nei mesi successivi alla nascita di un figlio.
"La dicitura Depressione Perinatale Paterna (DPP) è la traduzione del neologismo francese “Depression Périnatale Paternelle” coniato in ambito psicoanalitico e colpisce il 5-10% dei padri.”
Essa deve essere distinta dalla “Sindrome della Couvade” che può colpire i padri durante la gravidanza ed è caratterizzata da sintomi somatici (nausea, gonfiore o dolore addominale) e comportamenti tipici solitamente delle donne in gravidanza, che non assumono comunque un vero significato psicopatologico. Stesso discorso per una destabilizzazione nelle prime settimane dopo la nascita del figlio, corrispondente al maternity blues delle mamme, e legata a tutti quei cambiamenti che l'arrivo a casa di un neonato comportano.
COSA SUCCEDE:
I disturbi depressivi descritti più frequentemente sono l’umore depresso, l’irrequietezza, l’irritabilità, la preoccupazione costante riguardo l’andamento della gravidanza e la salute del bambino, la perdita di interessi, le difficoltà di concentrazione e di rendimento sul lavoro, l’isolamento sociale, l’aumento o la diminuzione dell’appetito, il calo del desiderio sessuale e l’insonnia.
La diagnosi è difficile in quanto le alterazioni affettive sono sfumate e frequentemente accompagnate da altri disturbi, la cui sintomatologia può sovrapporsi a quella affettiva, oppure mascherarla, generando quadri clinici complessi. Tra questi in particolare i disturbi d’ansia (disturbo d’ansia generalizzato, attacchi di panico, fobie, disturbo dell’adattamento con ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo post-traumatico da stress), le alterazioni del comportamento di malattia (disturbi di somatizzazione, sindromi mediche funzionali, preoccupazioni ipocondriache), gli acting out comportamentali (crisi di rabbia, condotte violente, attività fisica o sessuale compulsiva, fughe), l’abuso di sostanze (fumo, alcool, psicofarmaci, droghe), e altri disturbi di dipendenza (come quelli da gioco d’azzardo o da internet).
PADRI A RISCHIO:
Delle ricerche è emerso che alcuni dei fattori predisponenti sarebbero:
-la presenza di un basso livello di soddisfazione di coppia e del consenso e della coesione coniugale,
-alti livelli di stress perinatale,
-la depressione materna e la presenza di disturbi mentali nella madre
-scarso senso di “autoefficacia”: percepirsi come un genitore inutile, inadeguato, incapace e poco efficace nel prendersi cura del proprio figlio.
Obiettivo di una Consulenza Psicologica Perinatale è prevenire le situazioni psicopatologiche promuovendo risposte sane allo stress psicologico e fisiologico, favorendo in primis l’acquisizione della coscienza del proprio ruolo, che è stata descritta come una competenza chiave della genitorialità. Inoltre può rivelarsi fondamentale per individuare situazioni già compromesse ed indirizzare il singolo o la coppia verso il percorso più idoneo.
Dott.ssa Colozzi
#perinatalità #depressione perinatale paterna
Comments