Depressione Post Partum
- Admin
- 14 nov 2017
- Tempo di lettura: 2 min
Sebbene l’esperienza di avere un figlio sia ovviamente un evento naturale, può in alcuni casi essere vissuta come qualcosa di estremamente destabilizzante.

"Diventare ed essere genitori è forse il compito più difficile e complesso all’interno della vita di uomini e donne, in modo ancora più evidente oggi, che la messa in crisi dei ruoli sessuali e parentali ha fatto perdere le certezze sulla ripartizione dei compiti e delle funzioni all’interno della coppia e della famiglia.”
A seguito della gravidanza, periodo molto complesso che può essere vissuto in diversi modi, il parto si configura come momento di rottura e passaggio da uno stato precedente ad uno successivo ed implica il costituirsi di un nuovo assetto della persona, nei suoi molteplici aspetti.
Il passaggio dal parto al puerperio, può avere uno svolgimento fisiologico, ma si danno anche situazioni che assumono connotati di difficile adattamento alla nuova condizione, tanto da determinare stati di sofferenza e anche di angoscia, fino a condizioni decisamente disfunzionali e dolorose.
Dopo il parto la donna è soggetta a sentimenti di tristezza e depressione. Tale stato psicologico viene chiamato maternity blues e consiste nella presenza di un tono dell’umore caratterizzato dalla nostalgia e dalla tristezza, facilità al pianto e paure immotivate. Il persistere a lungo di tale stato d'animo, di per sé non patologico, insieme all’intensità dell’alterazione dell’umore, suggeriscono di riconsiderare la possibilità dell’evoluzione verso una forma depressiva più gravosa.
"La depressione post-partum (DPP) si verifica nel 10-15% circa delle nascite, può durare da qualche settimana a diversi mesi, posto che una delle sue caratteristiche è un’evoluzione sotto tono che tende alla cronicità.”
Se non riconosciuta e trattata può continuare anche dopo un anno dall’esordio ed ampliare così le ripercussioni negative sulla donna, sul bambino e sul resto del contesto familiare.
I sintomi sono quelli depressivi con alcune specificità: perdita di interesse nelle attività abitualmente piacevoli, agitazione psicomotoria, difficoltà nell’affrontare gli eventi più banali, disagio nel gestire i rapporti interpersonali, angoscia associata a stanchezza, diminuzione o aumento sensibile della fame con perdita o aumento di peso, insonnia o ipersonnia, senso di colpa e soprattutto senso di inadeguatezza al ruolo materno, con una eccessiva ansia nei confronti di tutto ciò che riguarda il bambino.
La Consulenza Psicologica Perinatale mira ad affrontare tempestivamente le difficoltà che possono emergere in questa delicata fase di passaggio in cui donna e coppia possono fare emergere il loro senso di inadeguatezza in seguito alla nascita di un figlio. A partire da questo intervento iniziale, mirato ovviamente anche ad una approfondita comprensione, è possibile valutare l'ipotesi di intraprendere un percorso di psicoterapia, a seconda di ciò che si valuta più utile, di volta in volta, per la singola persona e famiglia.
Nel caso della psicoterapia l’intervento sarà mirato ad un costante bilanciamento tra un lavoro specifico sui sintomi del momento, che consente alla persona di riacquisire una certa padronanza sul proprio corpo, fiducia in sé e di iniziare a stabilire un rapporto positivo con il nuovo nato, ed un’attenzione alle più ampie configurazioni interne e all’universo relazionale della persona stessa inserita nella sua famiglia.
Dott.ssa Colozzi, Dott.ssa Distefano
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