Come togliere il pannolino.
- Admin
- 23 ott 2017
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 9 nov 2017
Il passaggio dal pannolino al vasino è una delle più grandi conquiste del bambino (e dei genitori!) nei primi anni di vita. Il controllo sfinterico è una tappa fondamentale al limitare dell’epoca neonatale.

Ci sono alcuni accorgimenti da seguire per fare in modo che lo “spannolinamento” non diventi qualcosa da temere, ma sia una delle tante avventure che genitori e bambini affrontano assieme.
QUANDO?
Ogni bambino raggiunge la maturità sfinterica in modo autonomo, ma in linea di massima si può cominciare in un periodo compreso tra i 20 e i 30 mesi.
Prima difficilmente il bambino sarà in grado di collaborare con successo, proprio per una sua immaturità fisiologica. E comunque bisogna procedere senza precorrere i tempi, attendendo il momento migliore per il bimbo e per la famiglia (non sovrapporre tale cambiamento ad altri o a fasi impegnative in generale). Ascoltando e osservando vostro figlio potrete accorgervi di alcuni segnali da leggere come possibili indicatori di maturità: come dire parole relative all'ambito (cacca pipì puzza o simili), o un maggiore interesse per cosa fanno gli altri familiari in bagno e così via.
In primavera-estate. Durante queste stagioni è più facile gestire le fatiche del percorso (come i cambi continui e dunque le numerose lavatrici delle prime settimane) che un cambiamento complesso come questo comporta, inoltre il piccolo può girare nudo, o quasi, così da rendersi conto in modo evidente di cosa succede quando sente un certo stimolo e da non raffreddarsi se si bagna.
“È necessario inoltre che sia un periodo in cui gli adulti abbiano tempo ed energie a disposizione.”
COME? Preparate il bambino:
Leggete al piccolo qualche favola sull’argomento, spiegate che presto gli toglierete il pannolino, scegliete insieme il vasino che dovrà utilizzare per fare la cacca e la pipì, lasciandolo a sua disposizione perchè prenda confidenza (anche solo per giocare). Prima ancora modificate alcuni comportamenti come per esempio non far bere il bimbo prima del pisolino pomeridiano o della nanna notturna.
Evitate la confusione: Si comincia di solito durante il giorno, mentre il passaggio alla notte avviene in una fase successiva (a volte poche settimane dopo, mentre in alcuni casi dopo diversi mesi). Ma quando si toglie il pannolino sarebbe meglio farlo per tutta la giornata, perchè toglierlo e metterlo in base alle proprie esigenze (uscite e simili) può confondere il bimbo ed allungare i tempi. Eventualmente, per la nanna del pomeriggio, per evitare di cambiare completamente il letto ogni volta, usate i pannolini mutandine che hanno un livello di assorbenza maggiore rispetto alle semplici mutandine.
Evitate i rimproveri: I primi giorni è quasi certo che il piccolo non riuscirà a dire per tempo che deve andare in bagno. È importante non sgridarlo per gli inevitabili fallimenti. Mentre pulite dove ha sporcato e lo cambiate, spiegate con calma (le reazioni dei genitori “sotto sforzo” potrebbero essere negative) cosa è successo e incoraggiatelo dicendo che la prossima volta andrà meglio e potrà fare la cacca e la pipì nel vasino.
Trovate un ritmo:
Accompagnatelo in bagno appena sveglio, prima del pasto, dopo il pasto, prima del pisolino, dopo la merenda (ma senza forzature eccessive). Proponetegli di andare in bagno ogni tanto (aumentando l’intervallo man mano che i giorni passano), poi sarà lui/lei a chiedervelo. Tenendo però presente che i bimbi difficilmente abbandonano le loro attività per andare in bagno, soprattutto se stanno giocando, dovrete essere voi a ricordarlo comunque ogni tanto, anche quando il bambino inizia ad avere un discreto controllo della situazione. La seduta comunque dovrà durare in linea di massima 5/10 minuti. Se il bimbo fa i suoi bisogni bene, altrimenti lasciatelo libero di dedicarsi alle sue attività.
Lodatelo: Ogni volta che il bimbo riuscirà a fare la cacca o la pipì sul vasino, lodatelo in modo evidente: congratulatevi e mostratevi contenti (questo tutto sommato dovrebbe venire facile). Quindi, fategli vedere quello che ha “prodotto” e, insieme, buttate il tutto nel wc salutando con la manina, senza avere fretta.
Abbiate pazienza: Per alcuni bambini il passaggio dal pannolino al vasino/water è veloce (qualche giorno) e indolore (con poca fatica e senza troppi intoppi). Ci sono tante variabili che possono facilitare, come la presenza in casa di fratelli maggiori (a quest’età i bimbi hanno la tendenza a imitare i comportamenti dei più grandicelli). Ma ogni bambino ha i suoi tempi e in tanti casi saranno necessarie diverse settimane. Alla lunga questo potrebbe logorare la pazienza dei genitori. Non abbattetevi e non fate confronti (neanche con eventuali fratelli o sorelle maggiori), ma dategli il tempo di cui ha bisogno. Per facilitarvi togliete di mezzo i tappeti, fate in modo che i bimbi non salgano sui divani, oppure copriteli con i teli assorbenti e utilizzate le traversine per il lettino in modo da proteggere il materasso. Allo stesso modo, usate i teli assorbenti anche sul passeggino e sul seggiolino dell’auto.
Leggete i segnali:
Imparando a conoscere i suoi segnali (incrociare le gambe, toccarsi il sederino eccetera) riuscirete ad aiutare il bambino a capire quando è il momento di andare in bagno e ad evitare troppi “disastri”. Per far questo ovviamente è importante avere il bambino “sott'occhio” e quindi questo passaggio potrebbe essere l'occasione per condividere tempo ed attività con il vostro piccolo. Se vi accorgete che il bimbo/a tende a trattenere la cacca potete raccontargli delle storielle per incoraggiarlo, lasciando che intervenga anche lui al racconto, o inventare canzoncine a tema. Se il bambino/a prova a fare la cacca nel water mettete un appoggio sotto ai suoi piedini cosicché possa appoggiarsi per spingere. Se desidera la vostra compagnia mentre è in bagno accontentatelo/la senza mettergli fretta. Qualche bimbo/a mostrerà molto interesse verso le feci e desidererà manipolarle, senza allarmismi offritegli del pongo oppure della plastilina così da poterli manipolare.
“Quello che conta in questo passaggio, come in tutti gli altri, non sono solo le procedure messe in atto, ma la modalità di interazione emotiva tra il genitore e il bimbo/a che può rendere più fluida e giocosa per entrambi questa fase di transizione. ”
Una consulenza psicologica perinatale in tale fase può essere dunque di aiuto ai genitori non tanto per raggiungere il risultato (e per capire eventualmente come mai il risultato non arriva), quanto per comprendere quali aspettative siano in gioco e usufruire di questo nuovo cambiamento per costruire una relazione positiva con il proprio figlio.
Dott.ssa Colozzi
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