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Autosvezzamento o svezzamento tradizionale?

  • Immagine del redattore: Admin
    Admin
  • 26 set 2017
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 9 nov 2017

QUANDO AL LATTE SI AFFIANCANO ALTRI ALIMENTI




All'incirca intorno ai 6 mesi del bambino (alcuni un po' prima, altri un po' dopo) si affronta una questione che, riguardando l'alimentazione, coinvolge necessariamente tutta la famiglia: l'introduzione di alimenti diversi dal latte materno (o dalla formula).


“Se si parte dal presupposto che, sicuramente almeno fino ai 3 anni d'età per quanto riguarda l'alimentazione e gli specifici bisogni nutrizionali, il bambino non è un piccolo adulto, si intuisce subito quanto tale area diventi centrale per la famiglia nei primi anni di vita di un figlio ”

Lo svezzamento tradizionale (quello che sostanzialmente hanno seguito i nostri genitori per farci crescere e probabilmente molti dei bambini di oggi sopra i 5/6 anni d'età) prevede una “prima pappa” fatta con brodo vegetale (rigorosamente di patata, carota e zucchina), crema di riso o di mais, un cucchiaino d'olio e uno di formaggio grana o parmigiano, alla quale vanno via via aggiunti altri ingredienti, secondo un ordine e un calendario temporale ben precisi. Uova, pomodori, fragole, frutta secca ed altro solo dopo il compimento del primo anno. Motivo di tanto rigore era la preoccupazione che certi cibi potessero favorire l'insorgenza di allergie alimentari, se dati troppo presto. "Era" perché, secondo numerosi e accreditati ultimi studi, questa preoccupazione è infondata. Anzi, sembrerebbe addirittura che ritardare troppo l'introduzione di certi alimenti potrebbe addirittura essere controproducente e aumentare il rischio di allergie.


TUTTO SUBITO DUNQUE? No, varietà e gradualità sono i criteri imprescindibili con cui affrontare quello che viene chiamato autosvezzamento (o alimentazione complementare a richiesta), affiancati da una buona dose di serenità e pazienza, elementi che comunque servono anche nel caso dello svezzamento tradizionale, visto il numero elevato di rifiuti della pappa a cui si va spesso incontro i primi tempi, che mettono a dura prova genitori e familiari tutti.

Due i principi fondamentali dell'autosvezzamento. Primo: non sono i genitori a "decidere" quando è arrivato il momento di assaggiare qualcosa di nuovo, ma il bambino stesso, che lo comunica con vari segnali, tra i quali un evidente interesse per il cibo. Secondo: niente pappe speciali, ma via libera agli stessi piatti di mamma e papà, purché sani (l'autosvezzamento di un figlio può essere un'occasione in questo senso: per informarsi e poi applicare regole e principi per una sana alimentazione).


Come orientarsi dunque?

Molti sono i fattori che determinano la scelta nell'uno o nell'altro senso: l'essere sufficientemente informati, lo stile alimentare individuale e familiare (tra cui vegetariani e vegani), le possibilità legate ai ritmi di vita (lavoro e impegni di vario genere) e così via. Una consulenza psicologica perinatale con un focus sul periodo dell'introduzione di cibi solidi nell'alimentazione del proprio figlio, può essere d'aiuto sia rispetto alle informazioni di base (compreso a chi rivolgersi), sia nella valutazione di cosa ci corrisponde di più e dunque quale strade e alternative possibili facilitano questo delicato passaggio che la famiglia intera si trova a fronteggiare.


“Lo svezzamento è un passaggio che, se vissuto adeguatamente, può riservare occasioni di miglioramento della qualità della vita familiare.”

Alcune regole che valgono sia che si scelga l'uno che l'altro approccio: 1. Fino all'anno, il latte - materno o artificiale - rimane un alimento molto importante, se non il principale. Iniziare lo svezzamento non significa smettere di berlo. 2. Niente latte vaccino per i primi 12 mesi: contiene troppe proteine e troppo poco ferro. Successivamente latte vaccino intero.

3. Attenzione all'eccesso di proteine e a garantire un adeguato apporto di grassi, che dovrebbero costituire il 40% della dieta del bambino. Le fonti principali? Latte, olio d'oliva, carne e pesce.

4. Niente sale (o pochissimo): il bambino non ne avverte l'esigenza e più tardi lo si abitua al salato, meglio è. Sì alle erbe aromatiche per insaporire gli alimenti. Salvia, maggiorana, timo ecc. sono anche buone fonti di sali minerali.

5. Niente zucchero e bevande zuccherate.

6. Prima dell'anno meglio evitare anche il miele, che potrebbe contenere spore del batterio botulino, pericolose per la salute dei piccoli.



Dott.ssa Colozzi

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