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Baby Blues

  • Immagine del redattore: Admin
    Admin
  • 8 nov 2017
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 9 nov 2017

Con i termini Baby Blues, Postpartum Blues o Maternity Blues si indica un lieve e transitorio disturbo emozionale senza conseguenze psicologiche a lungo termine, se affrontato in modo corretto da tutta la famiglia.


Avere un bambino è un'esperienza meravigliosa, ma anche molto impegnativa da tutti i punti di vista. La nascita porta con sé una serie di sfide difficilmente prevedibili perché diverse per ognuno.


Subito dopo il parto molte donne sentono di essere soggette a repentini cambi d'umore, che spesso sfociano nel pianto. Ci si può sentire esauste, bisognose e allo stesso tempo incapaci di dormire, in trappola o in ansia. L'appetito può aumentare o diminuire, ci si può sentire facilmente irritabili, nervose, preoccupate di non essere buone madri o si teme di non riuscire a sentirsi più come un tempo. In alcune donne, specialmente al primo figlio, è presente anche una sopravvalutazione delle difficoltà relative all'allattamento. Questi pensieri ed emozioni, tipici del "baby-blues", sono normali e di solito vengono provati nelle prime due settimane dopo il parto.


“La percentuale di donne che incontrano questo tipo di esperienza è molto elevata: va dal 50 all'80% (quindi più di una su due). ”

PERCHE' SUCCEDE?

Dopo la nascita del bambino il corpo della mamma cambia rapidamente: i livelli degli ormoni si modificano, il seno si gonfia per la montata lattea e la stanchezza tende a prendere il sopravvento. La neomamma inoltre si può sentire in ansia per il benessere del suo bambino e potrebbe non riuscire a gestire serenamente la fase di transizione dall'essere donna al diventare madre. Le nuove responsabilità possono, talvolta, avere un peso schiacciante.


COSA FARE?

Essendo una condizione al confine della fisiologia non è indicato nessun trattamento farmacologico né una psicoterapia. Quello che invece è importante è:


-godere di un buon livello di informazione e sostegno da parte degli operatori (ginecologi, ostetriche, consulenti in allattamento e così via) a cui rivolgersi senza esitazione per qualsiasi dubbio e chiarimento


-godere di rassicurazione e sostegno (spesso anche concreto, come aiuto nelle pulizie e nella preparazione dei pasti) da parte di familiari e amici


-riuscire a riposare il più possibile (la privazione del sonno può peggiorare le cose quindi è necessario riposare ogni volta che si può, chiedendo una mano a chi c'è, perché anche un sonnellino di pochi minuti può essere di grande aiuto per recuperare energie fisiche e mentali)


-non saltare i pasti (possibilmente salutari e godibili)


-calibrare le visite di parenti e amici nelle prime settimane dopo il parto, perché abbiano una ricaduta positiva e non stressante


-farsi aiutare a stilare delle priorità sul da farsi, facendo in modo che l'attenzione rimanga sul trascorrere il tempo col proprio bambino allo scopo di costruire insieme a lui una relazione soddisfacente


-parlare di come ci si sente dei dubbi e delle fatiche che si incontrano con il partner, ma anche con parenti o amici fidati, o neomamme conosciute ai corsi di accompagnamento alla nascita o durante il ricovero in ospedale, ne è dimostrata infatti la ricaduta immediatamente positiva.

COME DISTINGUERE BABY BLUES E DEPRESSIONE POST PARTUM? Se la neo-mamma continua ad avere pensieri e sentimenti del tipo descritto per più di 2-3 settimane dopo il parto e soprattutto se questi diventano sempre più frequenti ed intensi, è necessario innanzitutto che venga visitata dal proprio medico o dalla sua ostetrica di fiducia, perché potrebbe trattarsi di un'evoluzione verso una Depressione Post Partum (DPP), per cui sarà assolutamente indicato rivolgersi ad un professionista.


“È importante infatti intervenire tempestivamente e con tutti i mezzi a disposizione perché la situazione si risolva nel miglior modo e nel più breve tempo possibile, così che la neomamma possa ricominciare ad apprezzare i lati positivi della maternità e possa essere in grado di relazionarsi al meglio con il proprio bambino.”

Una consulenza psicologica perinatale in tale situazione può essere dunque di aiuto ai genitori per discriminare in primis tra una condizione di Baby Blues e una Depressione Post Partum, per mettere eventualmente in atto strategie di veloce recupero nel caso di Baby Blues o avere indicazioni per un trattamento specifico nel caso di Depressione Post Partum.


Dott.ssa Colozzi

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