Gruppi e Oncologia
- Admin
- 20 set 2017
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 9 nov 2017
La psicologia fin dai tempi più antichi ha utilizzato il gruppo pensandolo come spazio terapeutico con caratteristiche peculiari.

Ancor più che nelle terapie individuali il gruppo, grazie alle sue peculiarità, dà al paziente la possibilità di vedersi non più soltanto come “oggetto di cura”, ma anche come soggetto attivo e responsabile della propria salute.
“ Il gruppo ha una particolare rilevanza in quanto permette più agevolmente uno spostamento del focus dalla malattia alle risorse e alla salute.”
In psicologia il gruppo non è la semplice somma degli individui che lo compongono, ma è uno spazio terapeutico che favorisce lo sviluppo di relazioni, la nascita di legami identificativi, la creazione di una cultura comune e promuove potenti meccanismi trasformativi.
Il gruppo di sostegno per malati oncologici in particolare ha la possibilità di facilitare e sollecitare attraverso il confronto tra i partecipanti:
la creazione di uno spazio di sostegno e gestione del periodo critico scaturito dalla malattia;
la creazione di condizioni per la costruzione di un microcosmo sociale all’interno del gruppo, che funzioni da catalizzatore delle informazioni e delle situazioni che si presentano nel qui ed ora;
la condivisione e l'aumento dell’espressione delle proprie emozioni e vissuti legati ai cambiamenti della quotidianità e delle responsabilità, per offrire uno piano di libertà dove è possibile raccontare e condividere le proprie paure e angosce;
l'acquisizione di una consapevolezza delle proprie reazioni emozionali e di una riflessione sulla loro regolazione, attraverso la comprensione di sé e del vissuto di malato;
la diminuzione dei sentimenti di alienazione, isolamento, sensi di impotenza e trascuratezza;
la costruzione di nuovi significati rispetto alla famiglia e ai rapporti con gli altri in generale, per un essenziale adattamento alla nuova condizione;
un confronto libero sui temi avviati dagli stessi partecipanti (ad esempio: impatto della malattia sul corpo, partecipare alla propria salute, bisogni emotivi e pensieri inespressi, immagini mentali della malattia e dei trattamenti, il dolore e la paura delle ricadute, ecc.).
“ Il gruppo rende le istituzioni curanti più fruibili, meno aliene, ricrea una piccola comunità”
Il condividere le esperienze in gruppo ed il confrontarsi con le storie e le idee degli altri è ciò che dà ad ogni partecipante la forza di mobilitare nuove energie per riflettere su se stesso e sulla ricerca di una migliore qualità della vita.
Crisi come opportunità.
Attraverso la narrazione della storia personale nel gruppo, l’individuo può sperimentare la possibilità di dare un nuovo e diverso significato all'evento malattia e di poterlo guardare come possibile snodo per modificare il modo di vivere il corpo la mente e le relazioni. Se si va nella direzione di una salute globale della persona nel suo ambiente di vita e di cura, un focus importante nel valutare lo stato di salute è, infatti, considerare l’interazione degli aspetti biologici, psicologici e sociali di cui ogni individuo è portatore.
Dott.ssa Colozzi
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